In ricordo di un grande uomo…

Questo “misero” blog desidera rendere omaggio ad un uomo unico, esempio per l’umanità…

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo 18 Luglio 1918 – Johannesburg 5 Dicembre 2013)

R I P  MADIBA

Requiem Aeternam dona eis Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace.

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Grazia e giustizia o…disgrazia e ingiustizia?!

Ieri i mass media hanno dato una notizia che definire incredibile o, quanto meno, bizzarra è poco. Pare che, tempo fa, in Abruzzo un anziano di ben 72 anni sia stato fermato dai carabinieri in quanto guidava senza cintura. Fin qui si potrebbe dire che sia quasi normale anche se, come possiamo notare quotidianamente, l’obbligo della cintura viene spesso disatteso, ma la cosa assurda è che di fronte ad una reazione un po’ sguaiata dell’anziano questo è stato denunciato e in seguito condannato perché aveva “osato” dire ” che paese di m….”.

L’anziano si era lamentato, giustamente, del fatto che i veri delinquenti vengono perdonati, assolti, condonati, amnistiati e, in molti casi, addirittura premiati ed aveva concluso il suo ragionamento con la classica frase che tutti ma proprio tutti prima o dopo abbiamo pronunciato o quanto meno pensato…che paese di m!

Oltre alla multa, la denuncia e la relativa condanna confermata in cassazione proprio pochi giorni fa. Come si dice oltre al danno la beffa. Probabilmente l’anziano ha voluto sfogarsi dispiacendosi del fatto che ormai questo paese è conciato male ma la nostra giustizia si è dimostrata ancora una volta “puntuale ed efficiente” pizzicandolo e trattandolo da vero delinquente mentre magari chi ha ridotto questo paese un paese di m se la gode a spasso con vitalizi dorati evitando sia condanne sia multe.

Pochi giorni fa un senatore è stato sorpreso ad infrangere il codice della strada e di fronte al vigile urbano che voleva giustamente multarlo ha osato dichiarare che a lui spettava il saluto militare e non la multa. Già, le multe, le tasse e le condanne spettano solo a noi poveri plebei mentre loro…loro no perché loro amministrano lo Stato come se fosse cosa loro tanto che ne utilizzano le casse erariali per pagarsi mutui, dvd ed altro gonfiando le spese a dismisura…vero consiglieri regionali della Campania?? Ah il maggior numero di indagati in questa inchiesta appartiene al partito del paladino degli onesti cioè IDV di Antonio “che c’azzecca” di Pietro…

Di fronte a questi ed altri episodi appare chiara la scena ridicola dell’anziano condannato per nulla o meglio per aver detto la sua verità. La cosa è ancora più assurda e penosa perché si tratta di una condanna emessa nei confronti di una persona anziana ma la nostra giustizia è equa perché non guarda in faccia a nessuno quando c’è da tutelare lo Stato e i cittadini. Ci si chiede come si possano sentire coloro i quali hanno denunciato l’anziano e chi lo ha effettivamente condannato accanendosi in tre gradi di giudizio. Poi sta corte di cassazione che riunisce una sezione per occuparsi dell’anziano automobilista senza cintura invece di occuparsi di cose un po’ più serie…mah!

Tutti abbiamo fiducia che personaggi come la Boldrini, Grasso, Finocchiaro e, last but not least Daniela “gommone” Santanchè sapranno, con l’aiuto dei mass media capitanati dal marito della futura vice presidente della Camera, Alessandro Sallusti, dirimere la questione giustizia assicurando equità a tutti e impunità ad alcuni…

A parte tutti i ragionamenti del caso è emersa ancora una volta l’inadeguatezza del nostro ordinamento giudiziario sempre troppo impegnate in inezie e poco in episodi seri che meriterebbero più attenzione e giustizia. E’ evidente che il sistema non è in grado di reggere alle pressioni ed infatti cerca di scrollarsi di dosso i problemi auspicando, un giorno sì e uno anche, amnistie, indulti e condoni magari per potersi concentrare maggiormente sugli anziani che sfottono la Nazione…ma fare il contrario no?? magari lasciar perdere queste scemate per concentrarsi sui grandi reati di associazione a delinquere, reati econimico finanziari e soprattutto…politici.

La popolazione sarebbe grata e soddisfatta senza contare che il Paese avrebbe solo da guadagnare potendo diventare, semplicemente, un paese migliore!!

…SOTTO A CHI TOCCA…

Una famiglia…da Oscar!!

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Siamo abituati a vedere grandi film con grandi attori che ci fanno emozionare, piangere, ridere ecc. Accanto alle classiche produzioni cinematografiche esistono ormai da molto tempo famosissimi cartoni animati che ci tengono compagnia ogni giorno. Con l’avvento, ad esempio, della Pixar, questo genere ha conosciuto un boom assoluto con capolavori come Cars  Toy story e Monster degni di colui che ha acquisito e lanciato la Pixar…il genio Steve Jobs.

Da anni però possiamo godere sia dei cartoni animati sia dei films dei Simpson di Matt Groening, dissacranti, realisti e testimoni oculari dei nostri tempi. La famiglia gialla capitanata da Homer J. rappresenta ormai un classico, un capolavoro che, forse, andrebbe premiato con la famosa statuetta Holliwoodiana a testimoniare il successo mondiale di questa serie immortale e infinita..per fortuna!

La famiglia Simpson è stata creata da Matt sulla stessa falsariga della propria. Infatti lui stesso sarebbe Bart anagramma di brat (monello) data la sua vivacità da piccolo. Matt/Bart aveva ed ha due sorelle di nome Lisa e Maggie e, guarda caso, una mamma e un papà di nome Margie e Homer J. Da un’idea molto semplice cioè quella di parlare di se stessi è nato un capolavoro riconosciuto da tutti gli appassionati. Matt ha voluto poi imprimere la sua firma ” a fuoco” sulla serie facendo si che le sue iniziali MG diventassero i pochi capelli di Homer J. Simpson. Se si fa attenzione si possono notare la M e la G ai lati del testone del capofamiglia.

I Simpson piacciono tanto forse perché sanno stigmatizzare con ironia e ilarità i vizi della società americana ma non solo, perché sanno essere ironici e auto ironici e soprattutto per nulla ipocriti. Saper notare i propri vizi, non vergognarsene e saperci ridere sopra è un sintomo di grande intelligenza e i Simpon oltre ad essere un cartone animato ben fatto è anche molto intelligente.

Ogni tanto ci farebbe bene vedere questo tipo di spettacoli e, per così dire, trarre degli spunti ad esempio cercando di prendere la vita con più ironia e meno seriosità perché anche se la famiglia gialla appare come una famiglia dove ognuno va per conto suo, in fondo, è una famiglia dove il protagonista principale resta pur sempre l’amore gli uni per gli altri. Homer J. non si sognerebbe mai di far del male alla sua Margie, Bart, pur litigandoci spesso, ama sua sorella Lisa così come la piccola Maggie. Spassosissimi il loro cane dall’aspetto un po’ sinistro e dal nome assurdo…l’aiutante di Babbo Natale sempre fedele ai padroni e il gatto Palla di neve II.

La famiglia Simpson è circondata da personaggi che in un’altra serie sarebbero secondari ma che in questa ricoprono ruoli importanti tanto quanto quelli dei protagonisti. Ricordiamo il pedante vicino di casa  Ned Flanders, l’amichetto di Bart e Lisa Milhouse, il barista Boe, il direttore Skinner e il leggendario Krusty il clown.

Insomma un capolavoro assoluto dal successo planetario e inimitabile. Si spera che, prima o poi, anche l’accademia voglia prendere atto della grandezza della famiglia di Sprinfield insignendoli di quella statuetta che, ormai, spetta loro di diritto…Grazie Matt…MITICO!!

…SOTTO A CHI TOCCA…

Ennesimo esempio di civiltà…

L’Italia sembra essere davvero essere il regno dell’inciviltà dove la furbizia e, soprattutto l’inefficienza del sistema, sembrano farla da padrone. Allo stato attuale delle cose non sembra possibile una inversione di rotta ma, cosa più grave, ci stiamo sempre di più allontanando da quei paesi che fanno della civiltà e dell’efficienza una loro peculiarità seppur con qualche naturale punto debole.

Pensando, ad esempio, alle calamità naturali come terremoti e alluvioni possiamo notare come nel nostro paese chi, per sua sfortuna, si ritrova coinvolto in simili eventi resti del tutto abbandonato a se stesso con uno Stato assolutamente latitante a partire dal governo, passando per le regioni e per finire ai comuni. Nessuno è mai stato in grado di risolvere i problemi degli sventurati, nemmeno quei problemi di ordinaria quotidianità.

Facendo un parallelismo con quanto accade negli Stati Uniti d’America balzano subito agli occhi alcune profonde differenze. Tutti ricordiamo gli uragani, ad esempio Sandy, che hanno colpito l’America e, in particolare la città di New York. Eventi naturali di una violenza inaudita, capaci di sradicare tutto ciò che incontrano sulla loro strada. Ebbene in questi casi l’amministrazione comunale Newyokese ha mostrato grande organizzazione, solidarietà ed efficienza non facendo mai sentire soli i cittadini resi inermi da cotanto sfacelo.

Gli aiuti sono stati tempestivi sia nell’immediatezza dell’evento, peraltro previsto, sia nella ricostruzione di ciò che è andato distrutto, tanto è vero che chi si dovesse recare ora nelle zone colpite da Sandy non noterebbe alcun disagio o disordine. Poco prima dell’evento erano già stati diramati bollettini informativi su come comportarsi e a chi rivolgersi in caso di emergenza e, poco dopo, sono iniziati subìto le operazioni di soccorso e ricostruzione.

Da noi questo sarebbe, e di fatto è, impossibile visto che abbiamo ancora, ad esempio, L’Aquila da ricostruire nelle sue aree più essenziali ma l’elenco del lassismo e della mancanza di organizzazione potrebbe essere davvero lungo. Ciò accade perché, forse, in Italia si cerca di speculare su tutto anche sul dolore e sulle disgrazie della povera gente dando ragione a coloro i quali ritengono che il nostro paese sia il regno dell’illegalità e, per di più, impunita.

Nei giorni successivi all’uragano Sandy, a New York si è verificato un evento molto particolare. A causa della mancanza di corrente elettrica, milioni di persone, oltre a rimanere al buio totale, sono rimasti senza la possibilità di usare telefoni fissi, telefoni cellulari, tablet e pc, non potendo quindi avere né la possibilità di contattare parenti e amici né quella di tenersi a contatto col mondo esterno, ad esempio, attraverso la rete.

L’amministrazione comunale del sindaco Michael Bloomberg non si è affatto disinteressata di questa esigenza ma anzi ne ha fatto tesoro e, trascorse alcune settimane dall’uragano si è immediatamente messa in moto per approntare delle postazioni di “ricarica” ad energia solare in tutta la città. Così ora a New York City possiamo trovare delle postazioni che potremmo definire una sorta di “benzinaio tecnologico” dove, qualora si dovesse ripresentare l’eventualità, i cittadini potranno per lo meno avere il cellulare o il tablet carico in modo da poter comunicare. Sono addirittura divisi in zone, per iOS e per Android accontentando così sia Appleiani sia fans dell’altro sistema operativo.

Inutile dire che la “ricarica” è assolutamente gratuita e ciò dipende dal fatto elementare secondo cui le tasse vanno pagate (e in America non si sfugge)in cambio di servizi e non come in Italia dove ormai tutti ci siamo abituati all’idea che le tasse vanno pagate e basta, perché sì senza nemmeno più pretendere nulla in cambio.

Anche in avvenimenti tragici l’Italia si mostra claudicante e dovrebbe assolutamente invertire la rotta, imparando da paesi che, seppur con tanti problemi e contraddizioni, si mostrano sempre più civili del nostro e ci distanziano sempre più nella corsa al miglioramento sociale e, di conseguenza, economico.

…SOTTO A CHI TOCCA…

 

Investire e… scappare

Se dovessimo fare un elenco dei comportamenti sbagliati, a tratti aberranti, di noi italiani forse sarebbe un elenco davvero troppo lungo per essere stilato. Ce ne sono per tutti i gusti, peraltro, già esposti in qualche post di questo mio blog ma, di recente, si è riaffacciata la moda abominevole di fuggire dopo aver investito un passante.

In passato è successo innumerevoli volte, dal nord al centro al sud era diventata una ennesima pessima consuetudine del popolo italiano. Poi, per un pò di tempo non se ne è più sentito parlare ma più per omissione di informazione che per effettiva assenza del fenomeno. Da poco però l’italiano si è ricordato che il DNA è DNA ed ha deciso di non deludere più se stesso e gli altri che…NON credono in lui. Si è ricordato del passato e ha ripreso come prima più di prima ad investire per poi scappare sperando, come sempre nello stivale, di farla franca e vivere tranquillamente come se nulla fosse successo.

Fermo restando che, purtroppo, può capitare a tutti di investire una persona in modo involontario, non si capisce perché una persona normale, sobria, assicurata e dotata di una media intelligenza e sensibilità dovrebbe scappare di fronte ad un incidente di questo tipo. Esistono le assicurazioni che, in questi casi ed in tutti gli altri, provvedono a risarcire, quanto meno economicamente, la vittima e, se chi investe non si ferma, allora viene da pensare, oltre a tanti epiteti,anche  che non sia assicurato e che non ottemperi a quello che non è una facoltà bensì un obbligo, cioè assicurarsi.

Poi esiste anche quella che può essere definita una sorta di carità cristiana che dovrebbe imporre di aiutare chi è in difficoltà ma, anche in questo caso, sembra che in giro ce ne sia davvero poca. Pensandoci bene fuggire dopo un investimento è realmente una cosa che nulla ha a che vedere con l’umanità anzi, forse visto ciò che succede nel mondo è diventato l’esempio tipico di ciò che l’uomo. Spesso si dice di alcuni atteggiamenti abominevoli che essi sono tipici del mondo animale…Nulla di più falso!! Gli animali non si comportano come noi, è solo l’essere umano che, spesso e volentieri, fa schifo e che dal comportamento degli animali avrebbe solo che da imparare.

Certo, a volte accade che ad investire sia una persona sotto effetto di alcool o altro e allora è ancora più grave perché il rispetto per gli altri proprio non esiste. Questa moda aberrante ha potuto prendere piede anche e soprattutto perché le Istituzioni, nel loro comportamento lassivo e latitante, hanno fatto intendere che, se anche una persona fugge, non succede poi nemmeno tanto, magari un processino con una condanna ridicola (da ordinamento italiano) scontata magari ai servizi sociali ed interrotta con la buona condotta. Quindi ancora un grazie alle nostre meravigliose Istituzioni che amplificano i nostri già enormi difetti facendoci andare oltre il fondo già abbondantemente grattato.

Finchè questo paese non capirà che la sicurezza del singolo, e quindi della collettività, deriva in primis da un ordinamento giuridico che abbia il pugno duro con chi attua certi gravi comportamenti delittuosi e, soprattutto, la certezza della pena, non andrà da nessuna parte e la situazione si aggraverà sempre più. Pare che il paese non lo capisca visto che c’è sempre quella ombra di cronico garantismo che è quasi diventato un marchio di fabbrica del nostro ordinamento.

Tornando ai nostri investitori ci si augura che questi incidenti diminuiscano sempre di più insieme alla velocità media dei veicoli che circolano nelle nostre strade e che diminuisca anche il numero di vigliacchi che conoscono solo la fuga dalle loro responsabilità incuranti degli altri.

Dall’altra parte l’auspicio ancora più grande e importante è che il legislatore intervenga a regolamentare le pene previste che oggi sono troppo leggere. Non si può tollerare che chi si è reso responsabile di un reato simile, aggravato dall’omissione di soccorso, dopo qualche anno di purgatorio abbia di nuovo in tasca la patente e possa circolare come se nulla fosse tornando ad essere un pericolo per tutti soprattutto per quello che NON ha nel cuore. Ahimè in questo, per certi versi penoso, paese è già successo anche questo con buona pace delle vittime e dei parenti di chi ha subito un danno simile con beffa annessa…

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Ateismo e contraddizioni…

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Partendo dal sacrosanto presupposto che tutte le idee devono essere rispettate, a volte esistono delle contraddizioni sia nelle idee stesse sia nei comportamenti di coloro che sostengono determinate idee.

Parlando di religione, una delle questioni più annose, da sempre, è quella dell’ateismo. Essere atei non significa non credere in Dio, bensì credere che Dio proprio non esista. L’etimologia del vocabolo, infatti, ci dice che essa è composta da un’alfa privativa e la parola Dio appunto. Quindi significa che Dio non c’è e che coloro che si dichiarano atei pensano che Dio non esista.

Sembra però che gli atei siano un tantino contradditori nei loro discorsi e, soprattutto, nei loro comportamenti. Spesso e volentieri parlano di Dio, sembrano quasi ossessionati dall’idea di convincere gli altri che Dio non esista. Ma, se una persona pensa che una cosa non esista perchè ne dovrebbe parlare? Per gli atei Dio non esiste punto e basta. Non dovrebbero nemmeno avere l’idea stessa di Dio. Come si fa a parlare di una cosa che non c’è? Questa è una grande contaddizione che spesso viene ignorata.

Un’altra cosa strana e, un pò sgradevole per chi crede, è che molto spesso e altrettanto volentieri gli atei hanno l’abitudine di bestemmiare , di nominare il nome di Dio invano e di insultarlo ritenendolo la causa dei loro mali e delle loro sfortune. Ma, ci si chiede ancora, come puo essere la causa dei mali e delle sfortune degli atei un’entità che, loro stessi per primi, credono inesistente??? E’ un atteggiamento totalmente illogico.

Coloro che invece credono in Dio e, sono ad esempio cristiano-cattolici, non si sognano nemmeno di parlare o nominare, ad esempio, Maometto o Budda perchè, magari, non credono che esista e la cosa vale anche al contrario con i mussulmani e i buddisti con  il ” nostro” Dio a cui non credono.

Gli atei no, fanno parte di un gruppo che nega l’esistenza di qualsivoglia divinità ma ne parlano sempre e molto spesso a sproposito. Dare la colpa delle nostre sfortune ad una cosa che non esiste è davvero una cosa assurda, inconcepibile.

Queste persone, forse, farebbero bene a pregare un pò affinchè le suddette sfortune possano diminuire e, magari, scomparire. Forse si potrebbero ricredere e riconsiderare i loro comportamenti.

Si da troppo spesso e troppo facilmente a Dio la colpa delle nostre disgrazie dimenticando che l’uomo ha, sempre e comunque, il libero arbitrio con cui diviene artefice del proprio destino sia nel bene sia nel male. Chi crede sa che Dio può indicare la strada maestra o giusta che dir si voglia ma poi è l’uomo stesso che decide e che ha la famosa ultima parola. Non è solamente una mera questione religiosa ma è, soprattutto, una questione di vita pratica in cui la religione, sempre per chi crede, può aiutare a scegliere per il meglio.

Si dovrebbe, nel limite del possibile, sempre prendere una posizione dando così un segnale di maturità intellettuale ed evitare, in alcuni casi, la diplomazia che sta con tutti e con nessuno dando invece un segnale di debolezza e di poca voglia di mettersi in discussione.

Al di là di tutto ogni opinione va rispettata anche se differente dalla nostra e come diceva VoltaireIo combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente…

Anche se gli atei restano sempre illogici e contraddittori con se stessi!

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Grandi parole di un grande uomo!!!

“Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così !
Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti.”

(Papa Francesco all’Udienza Generale 05/06/13)

Quanti scioperi inutili…

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La nostra carta costituzionale tutela e garantisce a tutti il diritto allo sciopero e questo è, per i lavoratori di ogni settore, un diritto sacrosanto conseguito dopo aspre e lunghe battaglie.

Ultimamente il ricorso allo sciopero da parte ora di questa ora di quella categoria di lavoratori sembra essere all’ordine del giorno con buona pace di tutti gli utenti. In realtà, in questi casi non c’è nessun vincitore ma tanti sconfitti. Escono spesso sconfitti, da una parte, i lavoratori che scioperano e che, altrettanto spesso, non ottengono ciò per cui si battono scioperando e, dall’altra, gli utenti che si trovano in mezzo ad un balletto di disagi per il quale non hanno nessuna colpa e, soprattutto, non hanno nessun potere di risolvere i problemi degli scioperanti.

Prendiamo ad esempio il più classico degli scioperi cioè quello dei mezzi pubblici. I disagi sono tutti dei viaggiatori e i lavoratori, nella quasi totalità dei casi, non ottengono nulla, spesso vengono precettati e, cosa non trascurabile di questi tempi, perdono la retribuzione giornaliera per ogni giorno di sciopero che fanno.

Le Istituzioni intanto gongolano, dato che i loro rappresentanti non risentono minimamente di alcuno sciopero. Anzi, spesso e volentieri, non si degnano nemmeno di ricevere le delegazioni dei lavoratori dimostrando, per l’ennesima volta, una capacità innata a discostarsi dalla realtà.

Proprio per questo forse , se proprio dovesse rendersi necessario, lo sciopero andrebbe organizzato per creare disservizi e disagi non tanto al popolo quanto ai rappresentanti delle Istituzioni. Perchè occupare i binari del treno per bloccare lo stesso? Che senso ha? Meglio sarebbe bloccare, ad esempio, le via dentrali della città impedendo l’accesso a tutti e creando, ad esempio, un disagio alle cosiddette auto blu in modo da far capire anche alla “Casta” cosa significa affrontare le difficoltà quotidiane.

Al giorno d’oggi le modalità con cui vengono organizzati gli scioperi hanno il solo scopo di produrre una guerra tra poveri e alimentare la tensione sociale tra classi che, alla fine, sono molto simili nel senso che i cittadini che subiscono i disservizi e i disagi sono, a loro volta, lavoratori con mille problemi della stessa natura di quelli che hanno coloro che scioperano.

In questo modo gli scioperano risultani, come scritto nel titolo di questo post, assolutamente inutili. Andrebbe, peraltro, anche rivista la normativa che regola gli scioperi in modo da tutelare il più possibile i cittadini fruitori dei servizi e, cosa importante, non dimentichiamo che il malcontento dei lavoratori è, spesso, dovuto ad una causa economica figlia della crisi che stiamo vivendo.

Anche in tema di scioperi le nostre Istituzioni ed i loro rappresentanti si sono dimostrati, e si dimostrano, ogni volta fuori luogo ed incapaci di gestire la benchè minima protesta. Solo nel caso in cui la protesta stessa fosse rivolta direttamente a loro al fine di creare disagi a loro stessi, forse (e sottolineo forse) metterebbero più impegno per dirimere le situazioni. Finchè non cambieranno i modi di fare sciopero ci sarà sempre lo scontro sociale tra tartassati sociali, tra gente che si trova tutta sulla stessa barca che non naviga in belle acque.

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Ma cosa stiamo diventando!?…

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Sarà la crisi, la mancanza di lavoro e di soldi, le difficoltà quotidiane o semplicemente la decadenza della natura umana ma ultimamente stanno succedendo delle cose assurde e inaccettabili.

I media ci hanno già aggiornato su episodi di cronaca agghiaccianti che riguardano, tanto per cambiare, le donne ma non solo. E’ di pochi giorni fa la notizia che un uomo abbandonato dalla fidanzata ha pensato bene di darle fuoco. Ci si chiede dove finirà questa spirale di violenza e, soprattutto se finirà.

Ormai sembra cambiata anche la natura stessa dei reati. Non esiste più nemmeno il rispetto di quelle che erano le “regole non scritte della delinquenza”, quelle a cui ha sempre obbedito, ad esempio Renato Vallanzasca criminale violento ma coerente con se stesso. Ma questa è un’altra storia.

Oggi vi è una voglia di infierire e di compiere azioni tremende. Si arriva a fare e a compiere azioni di una violenza terribile senza rispetto per la vita di nessuno quasi nemmeno di quella dei bambini. Cosa spinge un uomo a dare fuoco alla sua ex moglie o fidanzata proprio non si riesce a capire. La considerazione di cui godono le donne in generale è, purtroppo, molto bassa, relegate a meri oggetti di proprietà da poter gestire a proprio piacimento.

In queste condotte più che una natura delinquenziale si percepisce una natura folle, che andrebbe gestita e curata in modo sostanziale e deciso. Si potrebbe anche forse prendere in considerazione l’idea di riaprire i manicomi perchè queste persone possano essere curate e, soprattutto non siano in grado di nuocere la prossimo. Ma anche qui le Istituzioni latitano clamorosamente e noi ci abituiamo a questi orrori.

Altro fatto di cronaca nera recente è quello che riguarda le sfigurazioni con acido muriatico. Ormai non ci limita più a denunciare o, al limite, anche percuotere chi ci ha fatto un torto, ma lo si vuole sfiguarare, lo si vuole rovinare per sempre facendolo anche soffrire. Queste notizie, inoltre, hanno anche la pessima caratteristica che portano a pericolosissime emulazioni da parte delle tante menti folli che, ahimè, popolano la società in cui viviamo.

Tutto diventa pericoloso, ci si scalda e ci si altera con un nonnulla e si tende a trascendere con tanta, troppa facilità. Diventa pericoloso anche solamente clacsonare in macchina, c’è il rischio che qualcuno scenda non più per dare uno schiaffone ma piuttosto per sfigurare o, peggio, per sparare. E’ una società davvero marcia che ha perso la bussola ormai da tempo e che, soprattutto, sembra non poter e non voler ritrovare la strada della normalità.

Si dovrebbe avere molto più rispetto per il prossimo e per la vita, nostra e altrui. Quelli che non sanno controllarsi e che attuano comportamenti simili a quelli di cui ho scritto qualche riga fa dovrebbero farsi, forse, un giro nei reparti ospedalieri in cui c’è davvero chi lotta per vivere o anche solo per sopravvivere. Potrebbe aiutarli a capire tante cose e a comportarsi secondo le regole della buona convivenza, dell’educazione e del rispetto. Certo, per qualche caso, anche questa pratica risulterebbe inutile data la naturale propensione di certa gente all’ ignoranza e alla violenza più bieche.

Quanto a quegli schifosi reati che vengono posti in essere da menti folli, andrebbero puniti molto severamnete, non si può nemmeno pensare di bruciare o sfigurare una persona. Qualunque cosa possa essere accaduta, non è una cosa concepibile ma, visto che la madre dei cretini è sempre incinta, occorrerebbe che le Istituzioni prendessero provvedimenti seri per prevenire e punire chi si rende responsabile di queste porcherie. Ci riusciranno?? Mah…forse la Boldrini o la Finocchiaro se si impegnano riescono a capire almeno di cosa si tratta…

A parte tutto, sarebbe auspicabile anche in questo caso un passo indietro, una regolata morale anche perchè di questo passo non capisce dove si possa andare a finire. Occorre uno sforzo comune affinchè la follia di alcuni faccia posto alla bontà di molti, della maggior parte delle persone!

…SOTTO A CHI TOCCA…

 

 

 

Mal costumi “italioti”…

Nel nostro paese ormai il malcostume la fa da padrone quasi in ogni ambito, quasi in ogni città senza che nessuno, o quasi, faccia qualcosa per disabituare la gente ad essere protagonista di azioni che nuocciono a tutti. C’è un menefreghismo totale anche da parte di coloro che dovrebbero in qualche modo fungere da controllori delle situazioni sociali sgradevoli.

E’ sufficiente farsi un giro in una qualsiasi delle nostre città per notare come l’inciviltà ormai regni ovunque e come tutti o quasi si siano abituati a sopportare o, peggio, a considerare normali talune situazioni che di normale hanno ben poco.

Nessun automobilista si ferma più prima delle strisce pedonali anche in presenza di anziani o bambini che desiderano attraversare la strada. Dovrebbero forse cambiare le regole del codice stradale e imporre al pedone di dare la precedenza al veicolo!? Questa consuetudine ormai è rimasta totalmente tipica di noi Italiani che siamo tra gli automobilisti più maleducati e reticenti alle regole al mondo. All’estero il pedone è sempre considerato “sacro” e, quand’anche non lo fosse, si tratta di sporadici casi in cui, peraltro, il trasgressore di questa regola stradale e di civiltà viene sempre stigmatizzato. E’ sicuramente una questione di educazione sia stradale sia civica sia scolastica, quella educazione che in Italia non sembra più trovare spazio.

A tutti è capitato di doversi recare ad un bagno pubblico per espletare questa o quella funzione fisiologica. Ebbene le condizioni della stragrande maggioranza dei wc pubblici italiani sono inaccettabili non tanto perché non vengono puliti quanto perché l’Italiano di turno che lo utilizza non solo tende a non mantenerlo pulito ma, spesso, per dispetto verso non si sa chi lo sporca di proposito come, del resto, sporca le strade e i marciapiedi pubblici gettando, con un gesto che ormai è divenuto naturale ogni genere di effetto per terra senza nemmeno farci più caso. Anche qui è sempre questione di educazione, soprattutto educazione civica, quella che andrebbe insegnata nelle scuole ma di cui pochissimi hanno sentito parlare.

Proseguendo con i “nostri” mal costumi possiamo citare i famosi guanti al supermercato che dovrebbero servire a rispettare le più elementari norme igieniche e di educazione nel momento in cui vogliamo acquistare frutta o verdura. Sono pochissime le persone che li usano e, spesso, si vedono persone che tastano senza ordine questo frutto o quella verdura con mani sporche o addirittura (è capitato) leggermente ferite e purulente. In questo caso nemmeno chi dovrebbe vigilare fa nulla, non si azzarda né ad istruire né a redarguire le persone infiaschiandosene nel miglior stile italiano. La cosa è grave perché poi i generi alimentari che vengono “contaminati”, per così dire, sono poi quelli che mangiamo e che diamo ai nostri figli.

Il comportamento in cui l’Italiano è, e sempre sarà, l’incontrastato campione olimpico resta quello che riguarda le file negli uffici pubblici o in qualsiasi sito dove sia richiesto di seguire una normale fila. In tutto il mondo la fila è “verticale” e composta da singoli elementi o gruppi mentre in Italia è da sempre orizzontale, non si capisce mai chi sia il primo ma nemmeno l’ultimo, si avanza tra spintoni e furberie di cui siamo gli esponenti più titolati al mondo. Spesso negli Stati Uniti, ad esempio, vi sono eventi che richiamano moltissime persone in fila per accaparrarsi un biglietto e si possono notare file interminabili che girano anche intorno ai palazzi… uno per uno. Questa cosa, in Italia, non solo non riusciremmo a metterla in pratica ma nemmeno riusciremmo ad immaginarla sempre perché siamo sprovvisti di educazione e rispetto per gli altri.

Potremmo continuare analizzando, ad esempio, di nuovo gli Italiani al volante, furbetti, cafoni, inclini al turpiloquio ed al gesticolare offensivo come non accade da nessuna altra parte. Ultimamente poi guai a scendere dall’auto per protestare o discutere pena una probabilissima rissa anche con oggetti contundenti. Ci si chiede dove andremo a finire di questo passo se tutti non si danno una profonda regolata.

Questi che ho citato sono solamente una piccola parte dei mal costumi di cui noi Italiani ci rendiamo quotidianamente protagonisti, purtroppo, anche di fronte ai tanti stranieri che visitano la nostra penisola e che poi tornano a casa con un ricordo non solo delle bellezze italiche ma anche della grande maleducazione che incontrano troppo spesso qui da noi. Questo dovrebbe farci pensare molto…

Ribadisco che, forse, è un vero e proprio problema sociale in cui la maleducazione e le nostre peggiori consuetudini sembrano avere toccato un punto che è, se possibile, al di sotto del cosiddetto fondo. Servirebbe uno sforzo collettivo per il bene del singolo e di tutti ma, a giudicare da quello che si vede in giro, al momento sembra davvero un’utopia. Possiamo però sperare che le nuove generazioni facciano dell’educazione e del rispetto del prossimo una regola di vita…altra utopia?!?!

…SOTTO A CHI TOCCA…