Preti che valgono oro…

Non bisognerebbe mai fare di tutta un’erba un fascio, anche se spesso siamo portati a farlo in ogni campo della nostra vita. Soprattutto nella religione e, in particolare, nella chiesa e nella sua storia non andrebbe fatto ma bisognerebbe saper valutare le varie situazioni e i vari personaggi che ne fanno parte.

Anzitutto dobbiamo ben distinguere tra Gesù Cristo e la chiesa. Gesù, per chi crede, è il figlio di Dio, essere perfetto creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili…mentre la chiesa si assume la responsabilità di rappresentare la casa di Gesù e di diffondere i suoi insegnamenti. La chiesa è fatta di uomini in carne ed ossa e come tali possono essere fallaci o meno, possono essere buoni o cattivi come in qualsiasi “organizzazione umana”, c’è del bene ma, ahimè, anche del male. Non dimentichiamoci che il Vaticano è un vero e proprio Stato con il suo capo e i suoi ministri e servitori: qualcuno conosce uno Stato senza difetti? A partire dal nostro, direi che gli esempi si sprecano.

Se sin dall’infanzia decidiamo di frequentare la chiesa, possiamo essere fortunati o meno. Siamo fortunati se troviamo dei preti o comunque esponenti del clero che dimostrano qualità umane come benevolenza, misericordia, comprensione e, soprattutto, non troppo fanatismo per la religione, un po’ meno o per nulla fortunati se incontriamo “talebani” della religione, intolleranza e bigottismo. Quanti persone omosessuali o divorziate o che hanno dovuto subire un aborto si sono sentite mal giudicate o, peggio, cacciate o non accolte dalla chiesa e per questi motivi si sono ovviamente allontanati? Tantissime, forse troppe ma questo è un errore inevitabile  della chiesa. Sbagliamo anche noi se pretendiamo che alcuni dogmi religiosi vengano disattesi, perché essi fanno parte della natura clericale, sono principi che non possono essere modificati, sarebbe come chiedere ad Obama un elogio del comunismo…impossibile!

Vi sono però alcuni esempi di preti eccezionali, che hanno fatto della loro vita una battaglia a favore dei poveri, degli emarginati, dei più deboli a partire dall’ex vescovo di Buenos Aires e ora Papa Francesco che ha sempre mostrato un amore verso tutti senza distinzione pur conservando, ovviamente, il rispetto per le dottrine della Chiesa.

Ricordiamo preti come Don Peppino Puglisi che ha lottato un avita per far sì che i giovani non abbracciassero la cultura mafiosa ma solo quella di Dio e, per il successo che riscuoteva e la paura che facevano le sue parole, ha pagato con la vita, assassinato per mano mafiosa non prima di aver sorriso al suo assassino ed aver detto: ” lo sapevo, ti aspettavo…”.

E poi ancora l’amatissimo e da poco scomparso Don Gallo che con le sue opinioni, per certi versi eretiche, era adorato da tutti. Era a favore di tutto ciò che la Chiesa combatteva, a favore dell’uso del preservativo, a favore dell’aborto, a favore delle coppie di fatto e delle coppie omosessuali insomma un prete d’avanguardia che guardava la realtà quotidiana e la amava per quella che era senza volerla modificare.

Non dimentichiamo il palermitano Don Paolo prete sentinella contro la mafia in una città difficile, Padre Turoldo eccezionale esempio di coraggio e carità, e ancora i vari Don Mazzi, Don Rigoldi che non hanno certo bisogno di presentazioni. E in ultimo, ma non per importanza, tutti gli esponenti della Chiesa impegnati nelle missioni, i Salesiani, i Gesuiti, le suore che, ad esempio, nell’Africa più profonda, aiutano le donne a partorire e crescere i loro figli, tutti quelli che fanno un lavoro enorme prima che come religiosi come uomini e rappresentano un vero e proprio punto di riferimento per chi chiede aiuto.

Tutto questo è per dire che non è giusto generalizzare e considerare la Chiesa un nemico a priori solamente perché al suo interno abbiamo assistito ad episodi sgradevoli ed alcuni, come la pedofilia, davvero schifosi e che meriterebbero una pena durissima. Come in tutte le famiglie ci sono le mele marce che vanno isolate e combattute, ma anche molte entità positive e che con il loro lavoro nobilitano se stessi e gli altri. Non è che a causa di alcuni presti pedofili dobbiamo credere che lo siano tutti. Sta a noi saper distinguere e sapersi rivolgere alle persone giuste senza scappare od offendere a causa, appunto, di una mela marcia che possiamo aver incontrato sul nostro cammino.

Questi discorsi valgono soprattutto per chi crede ma, sicuramente, bisogna rispettare chi non crede per questo o quel motivo. Ideale sarebbe prendere ciò che di buono c’è nella Chiesa e riuscire a riconsiderare le situazioni negative senza per questo demonizzare un intero sistema. A volte risulta davvero difficile ma non è impossibile se usiamo intelligenza e sensibilità.

…SOTTO A CHI TOCCA…

 

 

 

Reati da punire…più severamente!!

Sappiamo bene che, nel nostro paese, la giustizia potrebbe funzionare meglio, ingolfata come è da una serie di processi, da iniziare o da finire, interminabile. Sta di fatto che, forse, sarebbe opportuna una riforma giuridica vera, profonda che consenta sia lo snellimento delle pratiche giudiziarie sia l’introduzione di misure più opportune relativamente a determinate tipologie di reati.

Il nostro è probabilmente il paese con il sistema giudiziario tra i più garantisti del mondo. Abbiamo tre gradi di giudizio dove, spesso all’ultimo grado viene completamente ribaltata la sentenza del primo grado lasciando anche dubbi sulla effettiva capacità investigativa di chi è preposto a tale scopo. Possibile che una persona condannata in primo grado venga, in Cassazione, del tutto assolta? Che razza di indagini sono state fatte? Che razza di investigatori sono questi che sbagliano tutto sin dall’inizio? Queste domande sorgono spontanee e, spesso e volentieri, non hanno risposta ma lasciano solo rabbia in chi chiede giustizia, una giustizia “giusta”.

Vi sono poi dei reati gravissimi, schifosi, che fanno rabbrividire e che il nostro sistema giudiziario si ostina, talvolta, a non tenere nella giusta considerazione e anzi a “garantire” un po’ troppo. Mi riferisco, ad esempio alla violenza sulle donne, ai sequestri di persona e, soprattutto, alla violenza sui bambini a quella che viene chiamata con una delle parole più aberranti del vocabolario: la pedofilia.

Ho già trattato, in passato, il tema sulla violenza sulle donne provocato da una concezione malata di alcuni uomini che pensano di averne la proprietà esclusiva e di poter disporre della propria femmina a proprio piacimento. Troppo spesso, anche ultimamente, accadono eventi tragici che hanno come vittime le donne, donne soggiogate che subiscono l’impossibile. Altro reato orrendo è, appunto, il sequestro di persona. Il privare una persona della cosa più importante che possa avere (la libertà) è una cosa agghiacciante contro cui tutti dovrebbero combattere per debellare la concezione stessa che si possa tenere una persona segregata allo scopo di avere un profitto, il riscatto. Ma, in una ipotetica quanto, mi rendo conto, squallida classifica di reati forse al poco invidiabile primo posto c’è appunto la pedofilia. Un reato e una “pratica” assurda, contro tutto e contro tutti, contro la natura, contro ogni senso e perpetrata da malati mentali che il nostro ordinamento, spesso , considera incapaci di intendere e di volere con buona pace dei genitori dei piccoli “violati”.

Il legislatore dovrebbe tenere più in considerazione il fatto che un bambino “offeso” in quel modo si porta dentro una ferita enorme che niente e nessuno riuscirà mai a rimarginare. La ferita è anche dei genitori quindi, direi che si tratta, quando accade, di una tragedia vera e propria che nessuna sentenza potrebbe mai mitigare pensando di poter offrire una giustizia equa.

Alcuni, in passato, avevano avanzato l’ipotesi di introdurre, per questo tipo di reati e anche per sequestro di persona e violenza sulle donne, l’istituto della pena di morte. Il nostro paese è davvero strano. La culla del diritto non sembra essere in grado di avere un senso di giustizia, sembra quasi dover scontare una  sorta di pena del contrappasso: coloro che hanno inventato il sistema giuridico con codici leggi ecc, nei tempi moderni non riescono ad avere un’applicazione di quei codici e di quelle leggi che un tempo erano considerate delle vere opere d’arte del settore.

Quelli che vorrebbero la pena di morte per questi reati avevano proposto una specie di referendum popolare, un sondaggio tra i cittadini per vedere chi e quanti fossero stati a favore o contro all’introduzione di questa maggiore “severità”, di questa “severità” estrema. Molti si sono detti o contrari sia alla pena di morte sia al cosiddetto sondaggio esplorativo ma forse più per paura che il risultato potesse essere a favore che per reale convinzione. Se, diciamo, vincesse il sì dovrebbero davvero riformare tutto e il nostro paese cambierebbe volto e natura.

Al di là di tutte le considerazioni personali di ciascuno, è evidente che la giustizia, in questi casi, deve essere più precisa, più severa e più sensibile alle conseguenze di questi schifosi reati. Pene più severe ma soprattutto pene certe e, perché no, in questi casi abolire il secondo e il terzo grado di giudizio. Sicuramente una provocazione difficile da attuare ma mi piacerebbe venisse fatto questo referendum e vederne i risultati. Potremmo forse avere una sorpresa “sorprendente”?

…SOTTO A CHI TOCCA…