La maleducazione che fa…risparmiare!

Si sa che, al giorno d’oggi, tutti, chi più chi meno, tendono a risparmiare il più possibile a causa di una crisi economica che sembra non avere fine. Anche lo Stato dovrebbe risparmiare magari però non come sta facendo cioè sui servizi alle persone ma mirando maggiormente a tagliare gli sprechi e i costi della politica.

I tagli e quindi i risparmi potrebbero essere individuati in campi a cui magari prima non si era mai pensato e che derivano dalla nostra ormai proverbiale maleducazione e ignoranza che, come Italiani, ci ha reso famosi in quasi ogni parte del globo. Uno dei “settori” dove la cafonaggine e la nostra refrattarietà alle regole emerge limpida, alta e fiera è quello automobilistico e delle regole ad esso connesse.

Basta farsi un giro in una qualsiasi città, da nord al centro al sud, per capire come in strada tra automobilisti e pedoni non esista alcuna regola. Tutti fanno come vogliono, le precedenze sono diventate ormai un optional così come gli stop, le strisce pedonali e quanto altro vi può essere nel menù stradale. Gente che passa ovunque, col rosso che spesso è un verde travestito, parcheggi che definire selvaggi è un eufemismo e, cosa più fastidiosa, la doppia fila come stile di vita. Nemmeno ci si spreca più a trovare parcheggio tanto la doppia fila ci salva sempre.

Se a tutto questo sciame di ignoranza aggiungiamo che chi dovrebbe controllare è, a dir poco, latitante possiamo ben intuire come la situazione sia davvero da terzo mondo. Il primo e il secondo mondo sono già per noi irraggiungibili dato che, in questo campo, nei paesi civili vige il quasi assoluto rispetto delle regole e, soprattutto, vigono pene severe per chi trasgredisce.

Allora, paradossalmente, visto che le regole stradali e quelle del rispetto del prossimo, dell’educazione e della convivenza civile sono sempre quotidianamente disattese, ci si potrebbe chiedere a che serve spendere tanti e tanti quattrini per approntare la segnaletica stradale sia verticale sia orizzontale. Che senso ha che l’erario spenda soldi per mettere cartelli, ad esempio, di divieto di sosta quando poi, non solo ognuno fa come vuole ma spesso non nemmeno la cominata alcuna sanzione?

Risparmiamo soldi in questo campo ed investiamoli in altri che sono stati magari pesantemente tagliati e che sono più essenziali alla vita quotidiana come, ad esempio, sanità, scuola o pensioni. Tanto noi siamo fatti così, illegali dentro e, cosa tristissima, fieri di esserlo. Questo orgoglio, esclusivamente tipico italiano, di essere mafiosetti, impicciaroli, furbetti, contenti di fregare il prossimo e, prima ancora, di non rispettarlo sta facendo dell’Italia e dei suoi abitanti una barzelletta mondiale e tutti noi, quasi senza accorgercene, stiamo diventando (e per certi versi già lo siamo) il terzo se non quarto mondo…

Sempre rimanendo “in strada” ci si potrebbe chiedere che senso ha che una amministrazione comunale spenda soldi per comprare, ad esempio, panchine in un parco, giochi per bambini o allestire amene fermate di autobus quando poi, nel giro di pochi giorni, vengono imbrattate, sporcate ed infine distrutte. Basta andare in qualsiasi altro paese cosiddetto civile per rendersi conto della differenza di civiltà e di educazione. Questo accade perché gli altri popoli considerano ciò che è pubblico di tutti, mentre noi lo consideriamo di nessuno e qui la scuola ha grande responsabilità perché non insegna queste cose agli studenti già dalle elementari.

Ovviamente sarebbe auspicabile un’inversione di rotta ma, da ciò che si vede in giro, la cosa sembra davvero un’utopia più che un desiderio. Il menefreghismo è pressoché totale e anche chi cerca di restare nei limiti del civile fa davvero fatica a rapportarsi con la marmaglia di ignoranza e maleducazione che si incontra quasi ovunque.

Ovviamente la proposta relativa alla segnaletica rappresenta un paradosso che però non si discosta molto dalla realtà, realtà poco edificante che spinge molti ad abbandonare questo bel paese per lidi più civili e meglio organizzati…Povera Italia!

…SOTTO A CHI TOCCA…

 

 

Mal costumi “italioti”…

Nel nostro paese ormai il malcostume la fa da padrone quasi in ogni ambito, quasi in ogni città senza che nessuno, o quasi, faccia qualcosa per disabituare la gente ad essere protagonista di azioni che nuocciono a tutti. C’è un menefreghismo totale anche da parte di coloro che dovrebbero in qualche modo fungere da controllori delle situazioni sociali sgradevoli.

E’ sufficiente farsi un giro in una qualsiasi delle nostre città per notare come l’inciviltà ormai regni ovunque e come tutti o quasi si siano abituati a sopportare o, peggio, a considerare normali talune situazioni che di normale hanno ben poco.

Nessun automobilista si ferma più prima delle strisce pedonali anche in presenza di anziani o bambini che desiderano attraversare la strada. Dovrebbero forse cambiare le regole del codice stradale e imporre al pedone di dare la precedenza al veicolo!? Questa consuetudine ormai è rimasta totalmente tipica di noi Italiani che siamo tra gli automobilisti più maleducati e reticenti alle regole al mondo. All’estero il pedone è sempre considerato “sacro” e, quand’anche non lo fosse, si tratta di sporadici casi in cui, peraltro, il trasgressore di questa regola stradale e di civiltà viene sempre stigmatizzato. E’ sicuramente una questione di educazione sia stradale sia civica sia scolastica, quella educazione che in Italia non sembra più trovare spazio.

A tutti è capitato di doversi recare ad un bagno pubblico per espletare questa o quella funzione fisiologica. Ebbene le condizioni della stragrande maggioranza dei wc pubblici italiani sono inaccettabili non tanto perché non vengono puliti quanto perché l’Italiano di turno che lo utilizza non solo tende a non mantenerlo pulito ma, spesso, per dispetto verso non si sa chi lo sporca di proposito come, del resto, sporca le strade e i marciapiedi pubblici gettando, con un gesto che ormai è divenuto naturale ogni genere di effetto per terra senza nemmeno farci più caso. Anche qui è sempre questione di educazione, soprattutto educazione civica, quella che andrebbe insegnata nelle scuole ma di cui pochissimi hanno sentito parlare.

Proseguendo con i “nostri” mal costumi possiamo citare i famosi guanti al supermercato che dovrebbero servire a rispettare le più elementari norme igieniche e di educazione nel momento in cui vogliamo acquistare frutta o verdura. Sono pochissime le persone che li usano e, spesso, si vedono persone che tastano senza ordine questo frutto o quella verdura con mani sporche o addirittura (è capitato) leggermente ferite e purulente. In questo caso nemmeno chi dovrebbe vigilare fa nulla, non si azzarda né ad istruire né a redarguire le persone infiaschiandosene nel miglior stile italiano. La cosa è grave perché poi i generi alimentari che vengono “contaminati”, per così dire, sono poi quelli che mangiamo e che diamo ai nostri figli.

Il comportamento in cui l’Italiano è, e sempre sarà, l’incontrastato campione olimpico resta quello che riguarda le file negli uffici pubblici o in qualsiasi sito dove sia richiesto di seguire una normale fila. In tutto il mondo la fila è “verticale” e composta da singoli elementi o gruppi mentre in Italia è da sempre orizzontale, non si capisce mai chi sia il primo ma nemmeno l’ultimo, si avanza tra spintoni e furberie di cui siamo gli esponenti più titolati al mondo. Spesso negli Stati Uniti, ad esempio, vi sono eventi che richiamano moltissime persone in fila per accaparrarsi un biglietto e si possono notare file interminabili che girano anche intorno ai palazzi… uno per uno. Questa cosa, in Italia, non solo non riusciremmo a metterla in pratica ma nemmeno riusciremmo ad immaginarla sempre perché siamo sprovvisti di educazione e rispetto per gli altri.

Potremmo continuare analizzando, ad esempio, di nuovo gli Italiani al volante, furbetti, cafoni, inclini al turpiloquio ed al gesticolare offensivo come non accade da nessuna altra parte. Ultimamente poi guai a scendere dall’auto per protestare o discutere pena una probabilissima rissa anche con oggetti contundenti. Ci si chiede dove andremo a finire di questo passo se tutti non si danno una profonda regolata.

Questi che ho citato sono solamente una piccola parte dei mal costumi di cui noi Italiani ci rendiamo quotidianamente protagonisti, purtroppo, anche di fronte ai tanti stranieri che visitano la nostra penisola e che poi tornano a casa con un ricordo non solo delle bellezze italiche ma anche della grande maleducazione che incontrano troppo spesso qui da noi. Questo dovrebbe farci pensare molto…

Ribadisco che, forse, è un vero e proprio problema sociale in cui la maleducazione e le nostre peggiori consuetudini sembrano avere toccato un punto che è, se possibile, al di sotto del cosiddetto fondo. Servirebbe uno sforzo collettivo per il bene del singolo e di tutti ma, a giudicare da quello che si vede in giro, al momento sembra davvero un’utopia. Possiamo però sperare che le nuove generazioni facciano dell’educazione e del rispetto del prossimo una regola di vita…altra utopia?!?!

…SOTTO A CHI TOCCA…