Gente che scompare…

Unknown

Se ci pensiamo bene, non può non impressionarci il numero di persone che, quotidianamente, scompare. Anche grazie alla, ormai famosa e famigerata, trasmissione ” Chi l’ha visto?” siamo abituati a ricevere notizie in tal senso e, a giudicare dal successo di questo programma che dura ormai da anni, è un argomento che ci appassiona o, quanto meno, ci interessa.

Anche all’estero esistono programmi televisivi omologhi e, inoltre, nei miei tanti viaggi ho notato con piacere che in quasi tutti gli aeroporti internazionale sparsi per il mondo avviene una cosa molto utile e civile che da noi non avviene…come spesso accade, se arriviamo, arriviamo in ritardo. In molti scali, dicevo, l’attesa del volo può essere ingannata guardando schermi posizionati in ogni angolo da cui viene trasmesso una sorta di “bollettino delle persone scomparse” con tanto di informazioni, foto e storia personale. La cosa è molto utile perché a chiunque potrebbe capitare di incontrare una persona scomparsa ma, in assenza di informazioni dettagliate, spesso si perde l’occasione di fare ed avere segnalazioni utili.

Accanto, ahimè, alle  solite persone scomparse che poi si scoprono essere state assassinate c’è, davvero, un numero enorme di persone che, a detta dei parenti più stretti, scompaiono senza un apparente, reale e valido motivo. E questo, forse,  è il lato più inquietante di questo tipo di penosi accadimenti. Ho già parlato, in passato, del caso di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, che mi sta molto a cuore, come caso emblematico di persone scomparse, ma c’è anche un’altra umanità sparita che, magari, non ha avuto una grande eco o di cui non si sente parlare su media ad eccezion fatta delle trasmissioni ad hoc come, appunto, “Chi l’ha visto?”.

Questa umanità silenziosa, quasi trasparente è fatta di persone che, forse, ad un certo punto della loro vita non ce la fanno più per i più disparati motivi: situazioni familiari pesanti sopportate per anni senza l’aiuto di nessuno men che meno delle Itituzioni che, spesso, in questi casi sono assolutamente latitanti; situazioni improvvise di malattie, personali o di congiunti, non sopportabili; situazioni economiche da sempre o improvvisamente divenute precarie e umilianti e altre cause sulla stessa lunghezza d’onda.

Per questi e altri motivi, alcune persone decidono di farla finita con la solita vecchia vita e volontariamente si allontanano per iniziarne un’altra nuova, che sia priva di quelle pene, preoccupazioni e angosce che hanno reso la “prima parte” della loro esistenza impossibile e insopportabile. Queste sono scelte molto dolorose e coraggiose al tempo stesso. Dolorose perché implicano un totale e assoluto abbandono di affetti, di cose materiali e spirituali. Di tutto insomma, con ciò che qualsiasi abbandono o distacco comporta in termini di emotività ed equilibrio psicofisico. Coraggiose perché, comunque, per mettere in pratica un progetto simile, per mettersi alle spalle una vita, anche se disastrata, ci vuole un gran coraggio e un’altrettanto grande determinazione.

In questi casi, sorprende che mentre, da una parte, i parenti degli scomparsi si affannano e presenziano alle trasmissioni più svariate per chiedere aiuto, dall’altra, non si rendono conto, o meglio, non vogliono pensare al fatto che il “ricercato” in realtà non vuole essere né reperito né disturbato proprio perché si è sì allontanato ma lo fatto volontariamente. Certo non è facile per nessuna delle parti (scomparsi e parenti) sopportare ed affrontare una simile faccenda ma la storia dimostra che, per le scomparse anomale, o volontarie che dir si voglia, la soluzione non arriva mai, lasciando per sempre ricerche vane e dubbi colossali. Le persone che se ne vanno volontariamente sono determinate a far perdere le loro tracce con buona pace di tutti, parenti e trasmissioni varie.

Discorso assolutamente diverso è quello relativo alle scomparse violente su cui, gli organi preposti, dovrebbero profondere maggiore impegno per arrivare ad una soluzione ma, ancor prima, ad una prevenzione perché, come possiamo notare, negli ultimi tempi, le storie di scomparse violente sono diventate una vera e propria piaga sociale su cui occorre vigilare di più.

La scomparsa delle persone spesso ci spaventa e ci sorprende ma, forse, dovremmo pensare che potrebbe capitare a chiunque, anche a noi stessi o a nostri parenti perché, in realtà, per quanto si possano conoscere le persone che ci stanno accanto, non sappiamo mai cosa possa passare loro in testa, cosa pensino, come e quanto possano soffrire, cosa sentano in realtà nel loro cuore.

…SOTTO A CHI TOCCA…

8 thoughts on “Gente che scompare…

  1. forse li ricercano perchè sono scomparsi senza dire niente, a mio avviso prima di sparire si potrebbe lasciare un bigliettino alle persone più prossime spiegando la decisione di cambiare vita, magari spedirlo per posta da un aeroporto.
    ciao.

  2. Concordo con te…a volte la testa fa scherzi strani….e potrebbe capitare a chiunque! Certo come dice amoleapi, sarebbe facile lasciare un biglietto e avvisare, ma non sempre la scomparsa è frutto di una premeditazione lucida. Il più delle volte c’è qualcosa che scatta all’improvviso, un forte trauma, una delusione, un’insoddisfazione che annebbia il cervello e fa scomparire nel nulla e spesso morire …come conseguenza di tale fuga sconclusionata.

  3. Andarsene è un diritto. Le forza dell’ordine lo dicono sempre ai familiari degli scomparsi: sono maggiorenni e liberi. E la vita può diventare tragica e indurre a scelte orribili per chi ti sta accanto. È giusto sottolinearlo a proposito di “Chi l’ha visto”. Hai scritto alcune cose che ho pensato spesso anch’io. Non è detto infatti che una famiglia unita sia un valore per tutti i suoi componenti. Quanto alla sicurezza ne abbiamo poca: tagli continui alle forze dell’ordine e alla magistratura. Ma la sicurezza è un diritto che tutti hanno. Investire in modo serio è un risparmio, non una spesa.

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